L’esperienza accanto alle persone con HIV e malate di AIDS e il lavoro con i ragazzi nelle scuole e nei gruppi giovanili, rendono evidente l’importanza della realizzazione di percorsi finalizzati alla prevenzione e alla crescita culturale e sociale attorno al tema dell’AIDS.
Oggi la malattia appare meno “minacciosa” poiché esistono possibilità di cura e non se ne parla quasi più. Ma il silenzio è indice di una pericolosa disattenzione educativa del mondo degli adulti.
In realtà, l’AIDS rimane una realtà preoccupante, non sembra che i giovani abbiano recepito i messaggi della prevenzione in modo adeguato, la percezione del rischio è scarsa e ci si continua a contagiare (prevalentemente per via sessuale). Molte persone scoprono l’infezione tardi rispetto al momento del contagio: spesso accade in corrispondenza della comparsa dei sintomi della malattia che mediamente avviene dopo circa 8-10 anni dal contagio.
Chi non è a conoscenza del proprio stato di infezione, non può accedere tempestivamente alle cure e può contagiare altre persone in modo inconsapevole. Invece chi si cura, arriva preso in una condizione di controllo della viremia e quindi di non contagosità: U=U (Undetactable=Untrasmittable).
Manca quindi, oltre che un’adeguata educazione alla prevenzione, una corretta educazione al test: chiunque abbia avuto anche solo un comportamento a rischio nella vita dovrebbe sottoporsi al test per l’HIV.
Continuano inoltre gli episodi di paura e le situazioni di pregiudizio che determinano ancora troppo spesso reazioni di emarginazione ed allontanamento delle persone affette da HIV: sono in gioco questioni come l’affettività e la sessualità, la paura del limite e della sofferenza, l’accettazione della diversità e la tolleranza, il rispetto della propria ed altrui salute, la capacità di solidarietà ed integrazione.
Per questo, lo staff di Vivere al Sole promuove opportunità di sensibilizzazione e formazione sul tema HIV/AIDS, adattabili ai singoli contesti scolastici, con l’obiettivo di affrontare sia gli aspetti legati alla prevenzione, sia il tema del “rispetto” e della solidarietà per le persone che ne sono affette.
Ci si propone di rendere i ragazzi protagonisti attivi, attraverso metodologie e strumenti collaudati, dell’agire preventivo e dello sviluppo di un atteggiamento aperto alla solidarietà già a partire dalla preadolescenza.
Percorsi formativi possono essere realizzati anche con gli adulti, docenti, educatori, catechisti, operatori sociali, ecc. che lavorano a stretto contatto con i ragazzi e svolgono attività socio-educative, o con gruppi di genitori.
Per l’a.s. 202/25, grazie al premio ottenuto dal Community Award Program promosso da Gilead Sciences, proponiamo alle scuole della provincia di Bergamo il progetto #cHIVuoleconoscere – Next Generation (scarica proposta per scuole). L’iniziativa si colloca nell’ambito delle azioni promosse dalla rete di istituzioni pubbliche e private di Bergamo Fast-track City.
Il progetto #cHIVuoleconoscere, finanziato ancora con il premio Community Award di Gilead Sciences, ci ha permesso nel corso degli ultimi 5 anni, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, di raggiungere un numero consistente di studenti e di scuole, e di ottenere risultati più che soddisfacenti nei concorsi promossi per dar voce ai ragazzi. Il materiale dei concorsi è stato ampiamente usato come base di campagne informative successive dedicate alla popolazione generale. Inoltre dall’a.s. 21/22, abbiamo sperimentato con successo ed enorme gradimento da parte degli studenti e di tutte le altre componenti della scuola, l’organizzazione di momenti di test all’interno degli spazi scolastici. Sono stati 6 gli istituti che si sono lasciati coinvolgere in questa sperimentazione unica in Italia e l’auspicio è che in quest’anno scolastico vengano seguiti da altri.
Nel corso del 2015 e 2016, le opportunità formative e di sensibilizzazione sono state arricchite dalle risorse derivanti dal Progetto Osare la Speranza 2.0 finanziato dal FONDO NAZIONALE AIDS messo a disposizione di Caritas Diocesana Bergamasca e Associazione Comunità Emmaus dalla CEI.
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